pubblicato il 7 settembre 2020....non è cambiato molto da allora
La riapertura delle scuole è (dovrebbe essere) imminente.
Perché non ho sentito nessuno – o quasi – parlare dell’importanza dei ricambi d’aria nelle aule?
Esiste un modello matematico per il contagio negli ambienti chiusi, l’equazione di Wells & Riley:
C =S.R
con
R che è dato dalla formula
dove:
- C è il numero delle nuove infezioni
- S è il numero dei suscettibili cioè potenzialmente “contagiabili”
- I è il numero di persone infette
- q è carico virale emesso dal soggetto infetto in un’ora (quanta, dove un quantum rappresenta una dose infettante)
- p è la portata di aria media per respirazione di una persona
- t è il tempo di esposizione
- n è il numero di ricambi d’aria per ora
- V è volume dell’ambiente
Che cosa ci dice questo modello….anzitutto che il numero dei nuovi contagi dipende esclusivamente dal rapporto “Iqpt/nV” della nostra equazione: minore è il suo valore, minore sarà il numero contagi.
Anzitutto che il contagio si azzera se, e solo se si verifica almeno una di queste condizioni:
1) Non ci sono infetti (I=0)
2) Se gli infetti non emettono “dosi infette”, cioè non respirano (q=0)
3) Se le persone che possono contagiarsi non respirano (p=0)
4) Se il tempo di permanenza nell’aula è pari a 0
In tutti gli altri casi, evidentemente, un rischio – che ci si deve sforzare di minimizzare - esiste sempre.
Per diminuire il rischio, cioè contagi, o diminuisce il numeratore o aumenta il denominatore o entrambe le cose.
Per quanto innanzi detto, poiché non si può fare a meno di respirare su “p” c’è poco da fare….
Se I (numero degli infetti è 0) il problema non si pone, ma evidentemente non è un dato che si può controllare
Quindi o si riduce il tempo di permanenza nell’ambiente (t) o si può ridurre la quantità di “dosi infette” (q) facendo indossare le mascherine….
Per quanto riguarda il denominatore, dando per scontato che il volume dell’ambiente sia già il massimo possibile, si deve aumentare il numero dei ricambi d’aria…
Per farsi un’idea di quanto può essere importante il ricambio d’aria per ridurre il contagio si può guardare il grafico qui sotto….
secondo l’equazione di Wiley, con un tasso di ricambio d’aria pari a 5, a parità di tutte le altre condizioni, il valore di R (e quindi dei contagi) si riduce del 70-80 % rispetto al valore calcolato con n=0,2 (1 ricambio di aria in 5 ore).
Come aumentare i ricambi d’aria? l’ideale sarebbe con un sistema di ventilazione meccanica controllata che ben progettato consente il ricambio dell’aria con un elevato recupero del calore.
In mancanza sfruttando il più possibile la ventilazione naturale, la cui efficacia è certamente minore ed è più difficilmente praticabile nella stagione invernale.
Valutare l’efficacia della ventilazione naturale è estremamente complesso e dipende da numerose variabili…..ho trovato questa formula (fortemente) semplificata in base alla quale un’apertura di 1 mq consente un ricambio d’aria all’ora per un volume di 100 mc.
Allora chiedo a chi ne sa più di me:
1) perché non investire per garantire la qualità dell’aria all’interno delle scuole, considerato che tale investimento consentirebbe una riduzione dei costi (a carico del SSN e dall’INPS) anche in tempi “normali” (le considerazioni precedenti valgono anche per l’influenza stagionale, non solo per il covid) ?
2) nell’immediato, in assenza di impianti di VMC e nell’impossibilità di garantire ricambi d’aria elevati con la ventilazione naturale, può essere opportuno acquistare purificatori d’aria dotati di filtri HEPA che per pochi euro sarebbero in grado di trattare 500-600 mc/h di aria?